È sempre più frequente, da parte delle imprese, l’adozione di soluzioni di esternalizzazione per alcune aree delle proprie attività. Questo permette di abbattere costi che altrimenti andrebbero a incombere interamente sull’impresa stessa. Generalmente ciò viene regolato mediante i contratti di appalto, la cui stipula prevede un insieme di regolamentazioni e accortezze. Anzitutto, nel caso di appalti definiti come c.d. pesanti (ovvero che richiedono l’ausilio di grandi mezzi materiali), sarà onere dell’appaltatore organizzare e gestire tali mezzi. Se l’appalto invece è del tipo c.d. leggero (ovvero dove è implicato principalmente il lavoro), all’appaltatore sarà richiesta principalmente l’organizzazione del lavoro stesso. Questo è quanto caratterizza un appalto ben strutturato e che soddisfi i requisiti in termini di onestà. In un appalto portato avanti seguendo tutte le norme, l’appaltatore non si limita a “prestare” i propri lavoratori al committente, ma ne segue anche la gestione e la direzione.

Per tutelarsi dal rischio di trovarsi in situazioni non lecite, i committenti devono prestare particolare attenzione ad alcuni elementi importanti e avere cura di:

  • Verificare che l’appaltatore gestisca e diriga effettivamente i propri lavoratori
  • Mettere in campo i mezzi necessari e adatti ad una ottimale riuscita del lavoro, sia in termini economici che di attrezzature
  • Assicurarsi che l’appaltatore si faccia carico del rischio d’impresa

In un appalto lecito è possibile utilizzare anche mezzi che appartengono al committente, purché l’appaltatore ne metta a disposizione degli altri come ad esempio le competenze utili o altri strumenti indispensabili.

Oltre a ciò, potrebbero verificarsi altri casi in cui l’appalto sia del tutto lecito ma l’appaltatore non rispetti le normative o sia inadempiente, come ad esempio nell’ipotesi che non vengano versati regolarmente contributi e stipendi ai dipendenti. A tal proposito, quando si tratta di appalti di opere o servizi, la normativa prevede che il committente debba versare entro due anni dalla fine del rapporto lavorativo retribuzioni, TFR e anche i dovuti contributi previdenziali.

Alla luce di tali rischi tutelarsi è fondamentale per il committente, controllando attraverso il DURC e altre possibili soluzioni che l’impresa appaltatrice sia regolare nel versamento di contributi e stipendi, onde non essere coinvolti in procedure di inadempienza.